Presentazione

1) Nome. – «Akathistos» si chiama per antonomasia quell’inno liturgico della Chiesa bizantina del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni in­nografiche e litaniche, antiche e recenti. «Aka­thistos» non è il titolo originario, ma una rubrica: «non-se­duti», perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo «stando in piedi», come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio.

2) Struttura. – L’Inno consta di 24 stanze divise in due parti di 12 stanze ciascuna: una liturgico-narrativa, l’altra dogmatica, ambedue suddivise in due sezioni di 6 stanze: la prima cristocentrica, la seconda ecclesiocentrica. Le stanze di­spari si ampliano con 12 salutazioni mariane.

3) Importanza liturgica. – La Chiesa bi­zantina ha dedicato a quest’Inno una me­moria liturgica

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Note al Testo

Stanza 1: Il saluto dell’Angelo a Maria Mandato dal cielo ad annunziare una maternità divina, l’Angelo saluta la Vergine: Gioisci (testo greco), piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1, 28). Le 12 acclamazioni mariane commentano questo saluto, evidenziando i seguenti concetti: 1. Gioisci, piena di grazia: con tali parole l’Angelo contrappone la gioia di Maria al dolore di Eva (cf Gen 3, 16), la redenzione alla caduta. La Vergine è la nuova Eva (nn. 1-4). 2. Il Signore è con te: l’interpretazione di alcuni Padri antichi, che l’Inno segue, vede in queste parole la conferma che il Verbo di Dio è già presente in Maria: la quale perciò, diventata trono del Re e talamo delle sue nozze con la natura umana, è avvolta nel mistero, di cui è portatrice: mistero incomprensibile ad ogni creatura, umana ed angelica (nn. 5-10); mistero che rinnova il creato, incarnando il Creatore (nn. 11-12).

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